Scegliere di adottare un gatto è una decisione importante, quindi per partire col piede giusto ed evitare brutte sorprese, ecco alcune domande che dovresti farti prima di portare a casa un micio.
La prima cosa da chiedersi è: perché voglio adottare un gatto? Quali sono i motivi che mi spingono a voler condividere la mia vita con un gatto? Questa è la domanda più importante da porsi, perché è quella che pone le basi della convivenza e ti aiuta a capire quali sono le tue aspettative e i tuoi bisogni rispetto alla futura relazione.
Spesso quando si pensa di adottare un gatto si parte da un pensiero unilaterale, cioè da quelli che sono i nostri bisogni (magari voglia di affetto e di compagnia), senza tenere conto del fatto che dall’altra parte c’è un altro individuo, con caratteristiche, peculiarità e bisogni molto diversi dai nostri.
L’ostacolo più grosso per entrare veramente in comunicazione con un gatto ma anche con altri animali, è l’antropomorfizzazione, quel processo mentale col quale noi attribuiamo a un animale e ai suoi comportamenti significati ed emozioni che invece sono prettamente umani. Questo accade ad esempio quando si pensa che avere sempre cibo a disposizione, una casa, una cuccia calda e poter dormire tutto il giorno sia quanto di meglio un gatto possa richiedere nella vita, o ancora quando baciamo continuamente un animale convinti che lui apprezzerà e capirà questa manifestazione d’affetto.
E qui veniamo alla seconda domanda: cosa conosco del gatto, delle sue caratteristiche di specie, della sua comunicazione, del suo “linguaggio dell’affetto”?
Avere un minimo di conoscenza dell’etologia della specie con cui ci vogliamo approcciare è fondamentale, poiché è come avere un vocabolario con il quale impariamo a conoscere il linguaggio e le esigenze di quella specie. Se vengono a mancare queste basi, spesso non sapremo cosa il gatto vuole dirci con un determinato comportamento e il rischio è quello di fraintenderlo e attribuirgli il significato che vogliamo noi in base alle nostre convinzioni o pregiudizi.
Il gatto è un predatore solitario territoriale che, nonostante il processo di domesticazione, non ha perso queste sue peculiarità e quindi ha necessità di soddisfare una serie di bisogni legati all’appartenenza a quella specie, anche se vive in casa!
Un gatto ha quotidianamente bisogno di cacciare, arrampicarsi, correre, saltare, graffiare e nascondersi, esattamente come ha bisogno di mangiare e bere!
Ed ecco quindi la terza domanda che dovresti porti: sono pront* ad accogliere in casa e condividere la vita con un animale con queste caratteristiche? Riesco ad accettarle?
Rispondere a questa domanda è importantissimo, poiché se non siamo disposti ad accettare la felinità che inevitabilmente un gatto si porta appresso forse non è l’animale giusto per noi.
Un’altra cosa importante da valutare è il tempo che potrai dedicare al micio e quindi chiederti: quanto tempo ho da dedicare al gatto?
Se il gatto è solo indoor, l’impegno richiesto aumenta, poiché sarà necessario, oltre a giocarci quotidianamente, offrirgli occasioni giornaliere di svago come luoghi da esplorare, supporti su cui arrampicarsi e problemi da risolvere attraverso il gioco cognitivo, per tenere allenati corpo e mente.
Hai tempo e voglia di farlo?
Ricorda che un gatto potrà stare con te anche 20 anni e magari non sempre la sua salute sarà ottimale, avrà bisogno di cure veterinarie e assistenza, soprattutto quando inizierà a invecchiare.
Il gatto, a differenza del cane, non può essere portato fuori per fare i bisogni, ma necessita di una lettiera in cui eliminare, che occupa spazio, da pulire quotidianamente e dalla quale spesso non uscirà un buon profumino, sei pront*?
Parlando dell’ambiente domestico: una casa che ospita un gatto va necessariamente “gattificata”, per consentire al micio di soddisfare tutta una serie di bisogni legati al suo benessere psicofisico: indispensabili tiragraffi, luoghi rialzati, cucce, nascondigli. Te la senti di apportare le modifiche necessarie?
E’ fondamentale inoltre sapere che il gatto è un animale molto diverso dal cane; spesso si prende un gatto convinti che esprimerà affetto e si comporterà in maniera simile a un cane, ma il gatto è molto diverso e non perché non sia un animale affettuoso, ma perché i suoi codici comunicativi sono differenti. Se il cane riconosce se stesso e si identifica nel gruppo sociale di appartenenza, il gatto si identifica col suo territorio, che deve essere percepito come sicuro, altrimenti non ci saranno le basi per intessere nessun tipo di relazione.
Il gatto sa essere affettuoso in maniera molto profonda, tuttavia le sue manifestazioni di affetto non sono eclatanti e festose come quelle di un cane, ma si nutrono di conoscenza, vicinanza e discrezione: sta a noi umani imparare a capire il suo linguaggio.
Se sei ancora convint* di adottare un gatto, è giunto il momento di cercare il partner felino che fa per te e anche questa è una fase estremamente importante per evitare brutte sorprese e trovarsi in casa un gatto che è esattamente il contrario di quello che ti eri immaginat*.
Innanzitutto puoi chiederti se hai voglia di una vita più movimentata o tranquilla e in base a quello scegliere un cucciolo o un gatto adulto con determinate caratteristiche.
Se non sai da dove iniziare, puoi contattare figure professionali come il consulente felino che attraverso una consulenza pre-adozione potranno darti un valido aiuto nella scelta del gatto ideale per te, in base alle tue esigenze e al tuo stile di vita!
Articolo scritto da Valentina Poete - Consulente felina SIUA