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Leishmaniosi: scopriamo cos’è, i sintomi e come prevenirla

La leishmaniosi è una malattia insidiosa e pericolosa per cani e gatti: scopriamo a cosa fare attenzione, come si manifesta e come prevenirla

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Federica Pesce
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Leishmaniosi cane: cos’è e come prevenirla

La leishmaniosi è una malattia insidiosa e pericolosa per cani e gatti: scopriamo a cosa fare attenzione, come si manifesta e come prevenirla

Hai mai sentito parlare di leishmaniosi? Si tratta di una malattia trasmessa attraverso la puntura di piccoli insetti detti pappataci, che però può determinare la comparsa di una serie di sintomi clinici più o meno gravi e diventare particolarmente pericolosa per cani e gatti.

Scopriamo allora quali sono i sintomi che presenta e come prevenirla.

Che cos’è la leishmaniosi?

È un’infezione a carattere parassitario: il responsabile è il Leishmania Infantum, un parassita appartenente alla famiglia dei protozoi.

Il vettore del parassita, invece, si chiama flebotomo, più comunemente noto come pappatacio (Phlebotomus perniciosus): un insetto silenzioso e di piccole dimensioni che si nutre di sangue ed è definito, pertanto, ematofago.

La leishmaniosi colpisce soprattutto i cani, ma non ne sono immuni nemmeno gatti, roditori e persino l’uomo. Si tratta, infatti, di una patologia classificabile come zoonosi: una malattia, quindi, potenzialmente trasmissibile da animale a uomo. I più esposti? Gli anziani, i bambini e le persone immunodepresse.

Quali sono i sintomi della leishmaniosi?

l periodo di incubazione della leishmaniosi nel cane può variare da qualche mese a qualche anno: la malattia, inoltre, ha un andamento cronico e può interessare diversi organi e apparati.

Tra i principali sintomi di leishamniosi troviamo:

  • perdita di peso;
  • aumento di volume dei linfonodi (linfoadenomegalia);
  • perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe e in alcune zone del dorso;
  • dermatite;
  • forfora;
  • epistassi;
  • crescita esagerata delle unghie (onicogrifosi);
  • poliartrite;
  • letargia;
  • lesioni oculari (uveiti, congiuntiviti);
  • aumento della produzione di urine (poliuria);
  • aumento della sete (polidpsia);
  • vomito;
  • diarrea;
  • febbre.

Non tutti i cani affetti da leishmaniosi, però, ne presentano i sintomi.

Bisogna osservare, infatti, che la sintomatologia di questa malattia è molto variabile: si può andare da forme sintomatiche caratterizzate da sintomi lievi, che riguardano ad esempio la cute, come la Leishmania cutanea, a forme caratterizzate dall’assenza totale di sintomi evidenti. Non mancano, purtroppo, forme di leishmaniosi gravi, che coinvolgono gli organi interni: in questo caso parliamo di Leishmania viscerale.

La stessa diagnosi di leishmaniosi nel cane può risultare difficile e poco tempestiva proprio a causa dell’asintomaticità o della presenza di sintomi lievi, dovute alla risposta immunitaria individuale di ogni animale.

La leishmaniosi, generalmente, provoca nei cani un processo infiammatorio a carico dei reni, che ne compromette la funzionalità e che prende il nome di glomerulonefrite. Sul medio-lungo periodo, questo porta a un’insufficienza renale cronica, responsabile a sua volta del decesso degli animali affetti da questa malattia.

Come si trasmette la leishmaniosi?

I cani possono contrarre la leishmaniosi attraverso la presenza, sul territorio, di flebotomi e animali infetti.

Come dicevamo, i flebotomi sono insetti che si nutrono di sangue e attaccano le zone più esposte, come orecchie, palpebre, naso, zampe e coda. Le femmine di flebotomo pungono il cane, succhiandone il sangue: se il cane punto ha già la malattia, le Leishmanie presenti nel sangue finiscono nello stomaco dell’insetto, dove si sviluppano e moltiplicano in una quindicina di giorni. Questo rende il pappatacio pronto a infettare un altro animale: pungendo un altro cane, infatti, trasmetterà anche le leishmanie.

La leishmaniosi si diffonde anche attraverso lo scambio di sangue, le trasfusioni e per via trans uterina: una cagna affetta da questa malattia, infatti, può trasmettere la patologia anche ai cuccioli.

Fino a una decina di anni fa, questa patologia era diffusa perlopiù in Spagna, Grecia, Francia Meridionale, oltre che in Africa orientale e Asia sud-orientale e nel Sud Italia, dal momento che il flebotomo predilige i climi caldi. Il flebotomo è un insetto notturno capace di percorrere brevi distanze: la sua attività si verifica in prossimità dei siti di riproduzione.

A causa del randagismo e dei sempre più frequenti spostamenti con gli animali, però, ad oggi la malattia è in forte espansione e diffusa in tutta nostra la penisola, con focolai anche nel Nord Italia.

Come riconoscere la leishmaniosi?

La diagnosi non è sempre facile, a causa della mancanza di sintomi evidenti negli animali asintomatici. Tuttavia, esistono alcuni esami che possono rivelarla con efficacia, come la citologia linfonodale, cutanea o della milza o le indagini sierologiche.

Si può ipotizzare la presenza del parassita della leishmaniosi nei cani anche grazie agli esami ematobiochimici, che consentono di rilevare alcune alterazioni tipiche, come anemia, piastrinopenia, leucopenia, leucocitosi, ipoalbuminemia e iperglobulinemia.

Come si fa a sapere se un cane ha la leishmaniosi, quindi? La cosa migliore è effettuare almeno una volta l’anno un test di screening per le malattie infettive ed esami ematobiochimici completi.

Come prevenire la leishmaniosi?

Purtroppo, ad oggi non esistono strumenti che permettano di scongiurare al 100% questa patologia.

Si può, però, correre ai ripari adottando abitudini che consentano di ridurre al minimo il rischio di contrarre la leishmaniosi. È utile, ad esempio:

  • Vaccinare il proprio animale;
  • Evitare di farlo dormire in giardino da aprile a novembre;
  • Portare avanti una corretta profilassi antiparassitaria tutto l’anno.

Vaccino leishmaniosi: è davvero efficace?

Parliamo di vaccinazione contro la leishmaniosi. Nel 2011 è stato messo in commercio un vaccino che consisteva in 3 dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra, con un richiamo annuale dopo un test.

Questo vaccino, però, ha avuto scarso successo: un po’ a causa del costo elevato per ogni dose, un po’ perché provocava reazioni anafilattiche in una percentuale di soggetti abbastanza alta.

Le cose, però, adesso sono cambiate: è stato commercializzato infatti un nuovo vaccino per la leishmaniosi, il cui principio attivo è una proteina Q ricombinante da Leishmania Infantum. Dagli studi, pare che sia efficace per il 70%: riduce di cinque volte il rischio di comparsa della malattia e, a differenza del precedente, non ha effetti collaterali. Consiste in una sola dose, l’immunità si ha 28 giorni dopo la somministrazione del farmaco e dura un anno.

Il vaccino, però, non è efficace al 100%: va quindi considerato come un ausilio nel combattere la leishmaniosi nel cane. La cosa migliore è usarlo in abbinamento a pratiche corrette e a una buona copertura antiparassitaria, come i collari con funzioni repellenti contro i flebotomi o le pipette con la stessa funzione, da mettere sul dorso degli animali.

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