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Alimentazione del gatto: 5 cose da sapere assolutamente

I gatti sono per natura carnivori: questa è la prima cosa che devi sapere per scegliere cosa dare da mangiare al gatto. Ma abbiamo altri 4 consigli.

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Alimentazione del gatto: 5 cose da sapere assolutamente

I gatti sono per natura carnivori: questa è la prima cosa che devi sapere per scegliere cosa dare da mangiare al gatto. Ma abbiamo altri 4 consigli.

Che bello! Ho un gatto: e ora cosa gli do da mangiare? L’alimentazione del gatto è un argomento vasto, su cui si trovano tantissime informazioni. Le aziende produttrici di cibo per gatti giocano sporco conferendo alle loro scatolette o crocchette poteri curativi quasi magici. Per scegliere dunque bisogna essere consapevoli di come sono fatti i nostri amici gatti e di cosa hanno bisogno.

Ecco 5 cose che devi tenere a mente quando scegli cosa dare da mangiare ai gatti.

I gatti sono carnivori stretti

Se vogliamo che l’alimentazione del nostro felino sia adeguata dobbiamo partire da una domanda fondamentale: cosa mangiano i gatti in natura?

I gatti sono definiti carnivori stretti o obbligati: in natura vivono di caccia, mangiano piccoli animali: roditori, piccoli volatili, ecc. Se hai un gatto ti sarà capitato di vederti recapitare lucertole o altre piccole prede portate in trionfo davanti alla porta di casa. Ecco la prova del fatto che il gatto è ancora un carnivoro stretto e un cacciatore.

Abbiamo già detto quanto sia importante rispettare la loro natura in questo articolo su come rendere le casa un ambiente ideale per i nostri amici a quattro zampe: a maggior ragione bisogna farlo quando si parla di alimentazione.

Dunque, quali sono gli elementi che il gatto assorbirebbe in natura cacciando?

Innanzitutto proteine di origine animale: la quantità ideale sarebbe il 45% del prodotto secco.

Le proteine di origine animale forniscono al gatto anche aminoacidi essenziali, così definiti perché il corpo non può produrli da solo. Tra queste c’è la taurina: se manca la taurina insorgono problemi gravi di salute tra cui patologie oculari o cardiache.

I grassi dovrebbero rappresentare un altro 45% dell’alimento. Immaginiamo il gatto in natura: è un animale che si muove moltissimo e ha bisogno di tantissime energie. Quindi in primis il grasso serve a fornire energie per la sopravvivenza. Ma aiuta anche a introdurre acidi grassi essenziali, cioè che il corpo non è capace di produrre autonomamente.

Infine l’alimentazione del gatto comprende anche una piccola percentuale di carboidrati: i gatti non hanno bisogno di tanti carboidrati, ma un 4-5% nell’alimentazione è tollerabile. Può servire come fonte di energia immediata, ma non bisogna eccedere oltre: il rischio è di indurre diabete, obesità, intolleranze.

I gatti non sono tutti uguali

L’alimentazione del gatto dovrebbe variare in base a età, peso, patologie, ambiente in cui vive.

Un gatto che vive in casa e fa poco movimento avrà altre necessità rispetto a un gatto che vive all’aria aperta e può arrampicarsi, cacciare e spendere un sacco di energie.

Per stabilire cosa e quanto mangiano i gattini di pochi mesi bisogna pensare che hanno bisogno di molte proteine per crescere e di molte energie per giocare, quindi un cibo ricco di proteine è adatto.
Inoltre i gattini hanno uno stomaco piccolo, ma muovendosi tantissimo hanno sempre fame, quindi meglio servire pasti piccoli e frequenti.

Un gatto anziano farà meno movimento e quindi avrà bisogno di meno energie. Un gatto castrato avrà un metabolismo ancora differente.

Una gatta incinta o che allatta ha necessità nutrizionali ben diverse rispetto a un qualsiasi gatto adulto e avrà bisogno di nutrirsi adeguatamente e di più.

Nei negozi per animali troviamo linee di alimenti specifiche per ogni esigenza: attenzione alla qualità e alle tabelle nutrizionali stampate sulla confezione, però.

Se poi il nostro coinquilino peloso ha patologie come obesità, intolleranze o diabete bisogna assolutamente scegliere cibo adatto alle sue esigenze: chiedere a un veterinario che abbia competenze specifiche in fatto di nutrizione è sempre un’ottima decisione.

Niente avanzi della cena per il tuo gatto

Se ti stai chiedendo cosa possono mangiare i gatti e cosa no, la prima cosa da tenere a mente è che non possono mangiare quello che mangiano gli umani.

A volte siamo tentati di allungargli qualche avanzo del pranzo o della cena: questa è una pratica assolutamente da evitare.

I gatti non mangiano quello che mangiamo noi e spesso ciò che c’è nel nostro cibo non fa loro bene, sia sul breve sia sul lungo periodo. Ad esempio i gatti non dovrebbero mangiare tanti carboidrati e non dovrebbero ingerire zuccheri. Non dovrebbero ingerire conservanti, coloranti, cibi ultra processati, riempiti di appetizzanti come sale e zucchero. Dovremmo evitarli noi, ma per loro possono risultare fatali.

Inoltre ci sono alcuni alimenti che per i gatti sono proprio velenosi perché li tollerano male e non li digeriscono: ad esempio cioccolato, tè e caffè. Cipolla, erba cipollina, scalogno e aglio possono causare anemia perché influiscono sulla produzione di globuli rossi.

Gli alimenti che contengono solanina come la buccia di patata vanno assolutamente evitati, perché tossici.

Il latte e i formaggi non vengono digeriti perché nel gatto adulto la lattasi, cioè l’assorbimento del lattosio, è assente.

Attenzione anche a uova e carne crude perché possono trasmettere salmonella ed Escherichia coli. Allo stesso modo attenzione a lische e ossa che possono danneggiare l’apparato digerente.

Insomma l’alimentazione del gatto ha poco in comune con quella umana, quindi evitiamo di dargli ciò che sta sulla nostra tavola.

Serve acqua! La sete nei gatti

I gatti sentono poco lo stimolo della sete, questo perché in natura il gatto assume la maggior parte dei liquidi attraverso le prede che cattura.

Ciò significa che in casa l’alimentazione del gatto deve prevedere l’introduzione di liquidi che non sia solo la ciotola o la fontanella dell’acqua.

La soluzione migliore sarebbe alternare cibo umido a cui aggiungere acqua e cibo secco, come le crocchette. Così variamo la dieta del nostro gatto e in più gli facciamo assumere più acqua. Se il gatto non beve, le patologie che insorgono possono essere tante e gravi: cistite, blocco renale, rottura della vescica e tutto ciò che consegue la disidratazione.

Lisa A. Pierson, medico veterinario, in queste pagine dedicate all’alimentazione del gatto addirittura sconsiglia le crocchette e il cibo secco in assoluto perché tra le altre cose povero d’acqua e troppo lontano da ciò che mangerebbero i gatti in natura.

Il miglior cibo per il tuo gatto? Di qualità

Un’altra domanda che ti sarai fatto di fronte a uno scaffale del supermercato nel settore animali domestici, ma tra tutti questi sacchi, sacchettini e scatolette quale sarà il miglior cibo per il mio gatto?

La prima cosa da fare e scegliere il cibo in base ai suoi valori nutrizionali: sappiamo che l’alimentazione del gatto è ottimale quando ci sono tanti grassi e proteine e pochi carboidrati, quindi la prima cernita può avvenire secondo questi criteri.

Spesso vengono aggiunti cereali perché costano meno, ma abbiamo già detto che i gatti non hanno bisogno di tanti carboidrati. Quindi se vediamo che l’apporto di carboidrati è troppo alto evitiamo questo prodotto.

In secondo luogo bisogna chiedersi qual è la qualità delle proteine: spesso come proteina le aziende produttrici usano la soia, ma la soia è una proteina di origine vegetale che oltretutto può dare problemi alla tiroide.

Insomma a fronte di un prezzo basso bisogna chiedersi se la qualità del prodotto non sia scadente.

Potresti decidere che il miglior cibo per il tuo gatto sia quello che prepari tu: è una scelta che devi fare con attenzione, possibilmente guidato da un veterinario nutrizionista.

Il rischio del fa-da-te ad esempio è di non apportare la giusta quantità di calcio nell’alimentazione del gatto che invece è fondamentale. Insomma va bene fare da soli, con lo scopo di scegliere prodotti di qualità, ma stiamo attenti a bilanciare bene i vari nutrienti.

Insomma il miglior cibo per un gatto è quello che richiama da vicino quello che avrebbe trovato in natura, con qualche aggiustamento dovuto alla vita domestica.

Ci sono prove che abbiamo cominciato ad addomesticarli 10000 anni fa, proprio per le loro capacità di cacciatori, ma nonostante tutto sono e rimangono dei carnivori. L’alimentazione del gatto dunque deve rispettare questa loro natura, con consapevolezza, come sempre.

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